Giampaolo Robuschi mette a Vostra disposizione la lunga esperienza e la competenza maturata nel trattamento dei pavimenti in cotto fiorentino, cotto fatto a mano, cotto antico, marmi, pietra e trattamenti antiscivolo permanenti.
Siamo in grado di eseguire il trattamento del cotto con prodotti ecologici. Recuperiamo anche un vecchio trattamento del cotto ammalorato riportandolo al suo stato originario. Trattiamo, recuperiamo in modo conservativo il cotto antico.
Prima di effettuare ogni nostro trattamento effettuiamo una accurata verifica preliminare. Dal momento che impieghiamo prodotti tecnologicamente avanzati e certificati, il trattamento dei vostri pavimenti in cotto è sempre garantito.
In tutti i casi, a fine lavori, forniamo istruzioni dettagliate sulle corrette procedure di manutenzione, affinchè il vostro cotto trattato rimanga bello a lungo. Per approfondire vai alla sezione "Trattamento dei pavimenti in cotto"
Il nostro trattamento antiscivolo per pavimenti GARANTISCE SICUREZZA A COSTI CONTENUTI ed è PERMANENTE.
Viene eseguito con prodotti Stonegrip dal nostro personale specializzato in tutta Italia indispensabile per pavimenti scivolosi da adeguare al DLGS 81/2008 ex DLGS 626/94.
La superficie rimane praticamente inalterata un unico trattamento antisdrucciolo è sufficiente e non richiede una maggiore pulizia . Il decreto legislativo 626/94 art. 33 prevedeva che "i pavimenti dei locali devono essere esenti da protuberanze, cavità o piani inclinati pericolosi ,devono essere fissi, stabili e antisdrucciolevoli" oggi la norma è richiamata dall'Allegato IV punti 1.3.3 e 1.3.4 del citato Testo Unico 81/2008. Il Decreto Ministeriale 236 fissa i coefficenti di attrito minimi per poter definire un pavimento antiscivolo. Con il trattamento, il pericolo di scivolare,a confronto con i pavimenti antiscivolo, scende dal 300% fino all’800% in modo particolare sulle superfici bagnate, sia interne che esterne. Agisce a livello della struttura microscopica e in modo permanente.
Il trattamento antiscivolo per pavimenti non altera in maniera significativa l'aspetto estetico delle superfici trattate, è privo di acidi (che sviluppano fumi o nebbie) e agisce sulle particelle di quarzo e silice dei seguenti materiali: piastrelle in ceramica, gres porcellanato strutturato e levigato, klinker, porcellana, pietra artificiale, pietra naturale, granito e superfici smaltate, piatti doccia e vasche da bagno; anche sulle piastrelle antiscivolo il trattamento produce un notevole miglioramento dell'aderenza.
Le superfici trattate sono immediatamente calpestabili, i tempi di esecuzione necessari al trattamento antisdrucciolo sono estremamente ridotti, riducendo a poche ore l'inaccessibilità dei luoghi e senza la produzione di fastidiose polveri e detriti da rimuovere. Per approfondimenti: www.trattamentoantiscivolo.com.
Ideale per:
In una felice posizione geografica, circondata da splendide colline, ricca di terreni fertili e di boschi, Impruneta è la vera patria del cotto. Già nel 1300, sfruttando l’argilla locale, i vasai della zona vantavano una pregevole produzione di orci, mattoni, tegole e vasi che abbellivano le ville di campagna dove i nobili fiorentini trascorrevano la bella stagione. Grazie inoltre alla collocazione topografica della cittadina, proprio sulla direttrice principale che conduceva da Firenze ad Arezzo, e che la collegava dunque ai più importanti centri di commercio, i manufatti locali poterono raggiungere ogni posto d’Italia.
Da semplice elemento decorativo, i manufatti di terracotta sono via via divenuti, negli ultimi tre secoli, un elemento fondamentale e caratterizzante delle case della campagna toscana; il cotto comincia ad essere utilizzato un po' dappertutto, dalle chiese ai palazzi, come materiale da costruzione o come elemento decorativo ed il suo colore diviene una costante nel paesaggio toscano. Il numero delle fornaci della zona, già numerose in periodo medioevale, si incrementa in continuazione, assumendo un peso importante per l’economia locale.
La produzione di cotto conosce un ulteriore momento di grande fortuna nel periodo in cui Firenze fu capitale d’Italia e, più tardi, tra le due guerre, con l’imposizione dell’autarchia economica e la conseguente importanza attribuita ai manufatti italiani. Alla diffusione del cotto in Europa si oppone, nei primi del ‘900, il movimento “moderno”, che ha in Le Corbuisier e Ludwig Mies i massimi esponenti e che impone una architettura priva di colori e di volontà decorativa, dove le pareti devono essere bianche, i tetti piani e gli interni in marmo. Per il cotto dunque non sembra esservi spazio. Nello stesso periodo, però, i materiali naturali vengono riscoperti e adottati in America dall’architettura “organica”, il cui maestro è Wright, che valorizza i manufatti in terracotta per la pavimentazione, il rivestimento e la copertura degli edifici.
Oggi il ricorso al cotto non è più conseguenza di una connotazione ideologica ma piuttosto esprime l’esigenza di affiancare al cemento ed agli intonaci una tonalità più calda e naturale, per alleviare l’artifiosità del costruito.
Un prodotto antico.
La fabbricazione di oggetti in terracotta è un’operazione nota all’uomo fin dal 5000 a. C. circa, data a cui risalgono alcuni reperti ritrovati in Egitto, Siria e Mesopotamia. E’ infatti un’operazione molto semplice: basta mescolare la terra con l’acqua, impastandola e plasmare, modellare il materiale cedevole che ne risulta, lasciando infine al fuoco il compito di consolidarlo.
Il popolo che più di altri ha permesso il raggiungimento di altissimi livelli nella lavorazione della terracotta è quello Etrusco, che utilizzava i manufatti per il rivestimento dei templi, la fabbricazione di tegole e cornicioni ed anche per la produzione di oggetti di decoro e arredo, come suppellettili, vasellame, statuette, vasi. Dall’Etruria la terracotta fu introdotta a Roma, dove venne impiegata nella pratica edilizia, in particolare per la fabbricazione di mattoni e tegole. E’ quindi probabile che la produzione di manufatti di terracotta nella zona imprunetina risalga al periodo romano, anche se i ********* sono scarsi e bisogna arrivare al 1400 per trovare le prime Corporazioni toscane di artigiani del cotto.
Terra, acqua, aria e fuoco.
La prima fase del processo per la produzione dei manufatti in cotto prevede il reperimento dell’argilla ed il trasferimento alla fornace.
Per fare questo l’argilla veniva raccolta in blocchi con l’uso di zappe e pali di ferro e dunque caricata con badili su ceste, barelle, etc e trasportata all’interno della fornace.
Qui subiva una prima fase di depurazione, veniva cioè lavata con acqua per essere ripulita dalle sostanze organiche, ed in seguito veniva filtrata attraverso più setacci.
Quindi si ripetevano fasi di essicazione e bagnatura fino a che l’argilla acquisiva le caratteristiche di omogeneità ed elasticità richieste per la lavorazione.
Al modellamento, che avveniva a mano o con l’utilizzo di stampi, seguiva necessariamente l’essicazione dei manufatti nel piazzale della fornace e quindi la cottura, che era un vero e proprio rituale con le proprie formule e scaramanzie, negli antichi forni a legna.
Questi erano divisi in due parti: la prima, quella inferiore, doveva contenere il materiale per la combustione; nella seconda parte, quella superiore, si inserivano i manufatti da cuocere.
Una volta cotti i manufatti venivano portati all’esterno ed innaffiati nei cortili delle fabbriche.
Il cotto è un materiale poroso e come tale assorbe facilmente lo sporco e le sostanze oleose, da qui la sua fama di materiale “delicato” e di difficile manutenzione. Questo problema, di cui è sicuramente necessario tenere conto, è però risolubile con una serie di operazioni, utilizzando prodotti specificamente indicati per i diversi tipi di materiale.
Un tempo si utilizzavano oli e vernici mentre oggi sono disponibili prodotti speciali che proteggono il pavimento da sporco, acqua, usura e allo stesso tempo conferiscono alla superficie un aspetto caldo e naturale.
La protezione del Cotto
Il Cotto è un materiale dal sapore antico, dall’aspetto caldo e accogliente, dalla spontanea naturalezza, dal colore rosato che ben si avvicina al legno e alle pietre. Affinché la sua bellezza sia duratura è necessario che il pavimento, una volta posato, sia adeguatamente protetto dagli agenti macchianti e dagli effetti del tempo. La porosità del Cotto, infatti, se da un lato permette la traspirazione, dall’altrofa sì che il pavimento, se non adeguatamente trattato, tenda a mantenere lo sporco, e a macchiarsi. Il processo di protezione, dunque, non è facoltativo, come talora capita di sentire, ma deve essere considerato un completamento del prodotto che viene venduto: un pavimento in Cotto non può essere considerato finito se non viene trattato e protetto in maniera appropriata.
Un buon trattamento deve, allora, proteggere la superficie dall’aggressione dello sporco di qualunque natura esso sia; permettere una finitura esteticamente valida, senza snaturare il prodotto; consentire una agevole manutenzione ed infine deve poter essere rimovibile, in modo da poter intervenire agevolmente nell’eventualità sorgesse la necessità di eliminarlo.
L’intervento è di norma articolato in tre operazioni o fasi operative distinte:
Non esitare a contattarci, puoi richiederci gratuitamente un preventivo o semplicemente contare sulla nostra professionalità per qualsiasi informazione riguardante le tecniche che consentono di ottenere un ottimo trattamento per il tuo pavimento in cotto!
Robuschi Giampaolo - P.Iva 00788600344
Strada Sant'Anna, 12 Parma (Recapito merci: Via Ghiaie Superiori, 77 Noceto, Parma)
tel. 0521.1626451 - email: infotrattamentocotto@gmail.com